1° GIORNO

La giornata inizia presto.

Sveglia alle 5.30 almeno per me, apro un occhio e lo richiudo, mugugno, la voce di Vasanti  chiama “Ramdulhari” , la sua voce è dolcissima, ma la mia anima si  rifiuta di incontrare il mondo.

Del resto è solo il primo giorno.

 

Vasanti richiama, secondo mugugno, ma più lungo. Chiedo che ore sono, quasi le sei, mi alzo a fatica e mi dirigo verso i bagni delle donne senza accendere la luce. 

Adoro svegliarmi con la luce dell'alba, guardo fuori dalla finestra.

Le colline circostanti l'ashram mi appaiono in tutto il loro splendore. Sembra un quadro del Canova.

Faccio la doccia quasi fredda. Dovrebbe essere la regola, mi asciugo, torno in camera e mi vesto col colore delle murti, oggi  lunedi è bianco.

Passo vicino alla cucina nella speranza che qualcuno abbia messo il pentolino sul fuoco per scaldare l'acqua per il tè.

Nessuno, ma la voce di Vasanti mi rincuora. Ramdulhari, tieni le chiavi del Baba Kutir. Le prendo, esco e camminando lentamente mi dirigo alla casetta di Babaji, busso in silenzio ed entro, la foto di Babaji mi appare. Faccio pranam (mi inchino al guru lunga e distesa con le braccia dietro la schiena).

Arrivano Vasanti e Prem, tutti e tre insieme laviamo le padukas (sandali di Babaji) recitando i mantra.

Posizioniamo le male intorno alla murti di Ganesh e alle padukas con gesti delicati e amorevoli.

Poi inizia la mini puja, Vasanti dà la luce, Prem l'acqua.

È ora della chandan (il puntino giallo e rosso con i chicchi di riso sulla fronte).

Finito questo rito ci sediamo a gambe incrociate in meditazione davanti a Babaji e alle padukas.

È il momento più magico.

 

Fuori gli uccelli del mattino iniziano a cantare e una meravigliosa farfalla dalle ali rettangolari entra nella casetta di Babaji. È un attimo eterno, mi sembra quasi di percepire l'Aleph.

Finita la meditazione  spegniamo le candele e chiudiamo la porticina.

Si torna all'ashram ad ammirare l'alba e a sentire il fresco del mattino. Qualcuno si fuma  anche una sigaretta.

Pochi minuti di relax e poi inizia l'aarati (la cerimonia di canti devozionali su al tempio).

Inizio a suonare l'harmonium, sono nervosa, è la prima volta che lo suono in pubblico, ma gli sguardi di Vasanti e Prem mi incoraggiano, partiamo a cantare all'unisono in sanscrito, Vasanti accende la deepa, io inizio a pigiare i tasti e l'orologio della torre campanaria del paese scocca le sette.

Che puntualità ragazzi!

Dopo un po' il braccio sinistro che spinge il mantice fa male, le gambe dolorano, cerco di cambiare posizione, ma non posso fermarmi, se si salta anche solo una nota si perde l'armonia e Vasanti mi da il ritmo, va come un treno. Che carica ha.

Io devo concentrarmi sul testo per non saltare le strofe, sul movimento delle dita sui tasti e sul soffietto e contemporaneamente devo cantare insieme agli altri. Che sadhana (dura pratica spirituale).

Alle otto è tutto finito, ci sia alza doloranti ma felici e rilassati, salutiamo le murti con un altro pranam, suoniamo la campanella uscendo dal tempio e scendiamo a far colazione suoi tavoloni con pane burro e l’ottima marmellata di prugne dell'ashram fatta da Prem.

Faccio il tè per tutti, ma Vasanti vuole solo il suo mate (tè argentino).

Noi due chiacchieriamo e ridiamo, ma Prem fa muni (sta in silenzio)

Subito dopo inizia il karma yoga (è il corrispondente dell'ora et labora dei cistercensi, amore in azione),  ognuno si dedica alla propria occupazione fuori e dentro l'ashram.

Noi due donne prepariamo da mangiare, puliamo, stendiamo, innaffiamo i fiori  e l'uomo disbosca e accatasta la legna.

Si seguono i ritmi naturali e si raccoglie la verdura nel nostro magnifico orto preparato con cura da Vasudeva e Mahima.

Si dovrebbe mangiare in silenzio come fa Prem, ma io e Vasanti continuiamo a chiacchierare e lui storce un po' il naso.

Son quasi le due, l'ora del riposo.

Prem continua ancora a lavorare fuori con la legna finché crolla e se ne va a dormire.

Siamo tutti e tre nel mantra infatti arrivano le sette senza accorgersene.

Di nuovo mi accingo a suonare l'harmonium e riprendiamo a cantare, le colline davanti a noi al tramonto hanno preso una colorazione  che va dall'arancio, all'azzurro e il verde - è una meraviglia! - ma devo concentrarmi sui tasti. Vasanti è lì puntualissima ad accendere la deepa.

All'ora di cena siamo completamente nel  mantra, rilassati e abbiamo fame.

Frugale cena e fuori a vedere le stelle, è la notte di San Lorenzo.

Se resti qui un po' ad aspettare - dice Vasanti - le vedi, io vado a dormire.

Incredula mi fermo lì sulla panchina dal lato sinistro dell'ashram. Riesco ad aspettare, di solito è una cosa che mi riesce molto difficile  ma dopo aver cantato e suonato l'aarati sono tranquilla .

Anche i grilli cantano.

L'atmosfera è talmente magica che mi sembra sentire le colline pulsare .

Eccola, proprio sopra la mia testa appare una meravigliosa stella cadente che, come un razzo attraversa un pezzo di cielo e si spegne subito.

Anche la mia anima ora va a dormire e come dice Vasanti: è ora di spegnere le emozioni.

Mi sento un tutt'uno con l'universo.

Fine primo giorno.

 

2° giorno: …, 3° giorno: …, 4° giorno: …, 5° giorno: …, 6° giorno: … Ultimo giorno del ritiro a Villa S. Secondo

 

Ultimo giorno di ritiro all'ashram

Accuso sintomi di stanchezza, ancora una volta a fatica mi alzo alle 5 e30, mi reco nel Baba Kutir, stessi gesti, stesse abitudini.

Incredibile, ho resistito per 7 giorni consecutivi. Sarà l'effetto dei mantra?

Una grande pace interiore si fa sentire.

Si parla pochissimo, ognuno è concentrato sul proprio Sé interiore.

CHANDA, AARATI, KARMAYOGA .

Alle 4 del pomeriggio, dopo il riposo, io e Vasanti chiudiamo porte e finestre, Prem è già partito.

Il Big Ben ha detto stop.Lei ha mal di schiena, io un gran sonno.

Andiamo a far la spesa per tutto il gruppo di Sati che arriverà tra due giorni.

Non so come facciamo a far stare tutto nel baule, sono almeno una decina di borse.

La sera dopo uno spuntino a casa di Vasanti, che gentilmente mi ospita una notte ci rechiamo a casa di Ramananda, il nostro Presidente.

C'è la riunione del Samaj via skype.

Ognuno ascolta il parere di tutti e si confrontano le opinioni.

Crollo dal sonno, ma Vasanti resiste e Ramananda media. Che diplomatico.

In casa ci fanno compagnia un cane, Molly che salta dappertutto proprio come le pulci che ha addosso, un gatto, ... bellissimo . Gioco con lui un po' ascolto e poi mi addormento.

A riunione conclusa Vasanti ancora una volta mi sveglia. È ora di andare. Salutiamo, usciamo e ci dirigiamo a casa sua .

Che bello si dorme, lei con la sua proverbiale gentilezza mi prepara il divano letto che si apre in un attimo. Comodissimo.

C'è bel fresco in casa di Vasanti e mi addormento subito.

Al mattino mi sveglio da sola verso le otto e mi dirigo in bagno, non mugugno più. Vasanti è già sveglia da un po'.

Ci abbracciamo e usciamo.

Davanti  a casa in cima al paese un panorama da sogno appare di fronte a noi.

È il Monviso, provo un antica sensazione come se improvvisamente fossi tornata bambina, ma è da li che nasce il Pò.

Ancora una volta penso: ”È l'effetto dei mantra”. Risvegliano profonde emozioni e ti curano l'anima. Che potere hanno i mantra.

Allegra e felice di tornare a casa premo sul tasto della scheda elettronica per aprire l'automobile. Non si apre . È bloccata.

Vasanti comincia ad agitarsi e a girare intorno all'abitacolo in cerca di una via d'uscita o meglio di entrata. Niente da fare tutte le portiere sono bloccate.

Mi viene in mente che c'e una chiave all'interno della scheda che può aprire l'auto manualmente.

Provo ad inserirla ma non si apre, Vasanti fa un altro giro e improvvisamente escalma. ”Ma cosa ci fa un gatto nero nella tua macchina?”

La raggiungo e vedo un enorme gatto nero molto peloso seduto comodamente all'interno sul ripiano del baule.

Deve essere entrato la  sera prima senza che ce ne accorgessimo quando siamo andati da Ramananda.

Ci guardiamo e scoppiamo a ridere poi immediatamente attiviamo i telefoni e chiamaiamo il meccanico che, è proprio il caso di dirlo, giornata nera è finito all'ospedale per un infarto.

Ciononostante ci da tutte le indicazioni per aprire l'auto manualmente. È gentilissimo nonostante l'accaduto.

Non c'era bisogno di inserire la chiavetta, bastava sollevare la maniglia.

Nel frattempo due vicini si danno da fare a trovare un ricarica batterie.

Avevo dimenticato i fari accesi la sera prima.

Sarà stata l'influenza negativa del gatto nero?

P.s.
Invito i lettori a scrivere loro stessi i giorni mancanti dopo essere venuti a sperimentare di persona la vita quotidiana all'ashram.